Se vi è capitato di vedere qualche foto del “nostro” NoAlTC Road Racing Team (il cui nome, abbreviazione di “No al Traction Control”, ha un significato ben preciso), avrete notato, in mezzo a tante moto da corsa, un Quad solitario.
Si tratta del mezzo di Fabio Ricca, unico pilota di Quad della squadra, che porta un po’ di sana “diversità” all’interno del team che quest’anno competerà in numerosi campionati e che, ne siamo sicuri, ci porterà grandi soddisfazioni.
Incuriositi da quello che lui stesso definisce un mezzo “non convenzionale”, abbiamo deciso di rivolgergli qualche domanda sulla sua passione per i Quad.
Credo quando ancora non sapevo di averlo capito. Mi riferiscono che sono impazzito quando ho visto in diretta l’incidente di Gilles Villeneuve, avevo pochi mesi di vita. Da giovane ho sempre disegnato mezzi da competizione, fino ad arrivare a creare da un mio progetto il mio attuale mezzo: il Raptor990V2.
Mi piace, oltre che saper guidare il mio Quad, anche saperci mettere mano in caso di problemi, o semplicemente per normale manutenzione e modifiche.
L’atteggiamento antisportivo di certi soggetti (fortunatamente pochi).
Mi sono sempre piaciuti i mezzi non convenzionali, e il quad è sicuramente tra questi. Ho scoperto nel 1998, per caso, in edicola la rivista Moto4, interamente dedicata ai quad: da quel momento me ne sono innamorato… complice anche il fatto che mi era stato proibito di portare a casa una moto!
La scarsa diffusione del mezzo provoca tutt’oggi curiosità nelle persone, e spesso si viene avvicinati da gente che vuole qualche informazione. La guida di un quad è per natura in derapata, cosa che con poche ore di apprendistato è alla portata di tutti. Poi andar forte è un’altra cosa, ma sicuramente la componente divertimento è davvero facile da raggiungere. Con una moto è più difficile arrivare a certi livelli di guida.
Dipende da come si deve guidare. Per guidare su strada non sono richieste particolari doti. Partecipare ad una gara di quad cross impone invece una tecnica di guida raffinata e una preparazione atletica non indifferente. Per quanto mi riguarda, facendo gare “sprint” – le salite infatti durano circa un minuto e mezzo – non ho particolari necessità di resistenza: piuttosto cerco di curare l’equilibrio e la pulizia di guida. Molto faticose sono le curve ad ampio raggio, dove la forza centrifuga laterale combinata con lo sforzo di dare pochi gradi di sterzo richiede molta energia.
Correndo con un Quad ho sempre difficoltà nel trovare piste disposte a farmi girare.
Questa è una domanda a cui mi fa piacere rispondere e parlo principalmente per la mia specialità, le corse su asfalto. In Italia le uniche gare di questo tipo in cui si possa partecipare con un quad sono le gare in salita. Demerito sicuramente di una federazione che non ha interesse in tal senso. Va da sé che pure allenarsi diventa un problema. Io stesso quest’inverno sono stato rimbalzato praticamente da tutte le piste del nord Italia, con la motivazione che non potevano farmi girare con moto o macchine oppure che la pista non era omologata per i Quad. Il motivo è il numero ridotto di praticanti. Se siamo in pochi a correre con questi mezzi sicuramente la colpa è di chi dovrebbe promuovere il movimento, ma non lo fa.