Perché limitarsi alle moto, quando ci sono così tanti veicoli in grado di offrire enormi soddisfazioni?
E infatti il NoAlTC Road Racing Team, la squadra di corse che dice No al Traction Control e di limiti non se ne pone, offre agli appassionati di motori un ventaglio di mezzi ben più ampio delle sole due ruote, come già avevamo visto con Fabio Ricca e il suo quad (leggi l’intervista).
Gli fa buona compagnia – e compete con lui in quanto a particolarità del suo veicolo d’elezione – Loris Bottino, pilota di sidecar che ha già dimostrato il proprio valore con indosso la tuta sponsorizzata da Escort Advisor nel corso della passata stagione.
Per saperne qualcosa di più sul suo mezzo così particolare, e in fondo così poco conosciuto, abbiamo deciso di fare direttamente due chiacchiere con lui.
Quando hai capito che i motori erano la tua passione?
Attorno agli 11, 12 anni, quando per gioco con mio fratello abbiamo iniziato a ripristinare una Vespa ferma da anni. Ci piaceva montare e smontare cose, poi con il tempo ci abbiamo preso la mano.
Come sei passato da una “semplice” Vespa a un mezzo particolare come il sidecar?
Da ragazzo, nel paese in cui abitavo c’erano tutte strade sterrate, per cui andavo sempre in moto da cross o su mezzi simili. Poi un amico mi mise la pulce nell’orecchio, dicendomi che c’era un tipo che vendeva un sidecar. All’inizio io ero il passeggero, poi lui si è dedicato alla moto da cross, per cui sono passato io al posto del pilota. L’impresa ora è trovarli, i passeggeri, perché molti dopo un po’ si stufano.
Questa tua passione per lo sport comporta qualche rinuncia?
Di sicuro mi porta via tante ore di sonno!
Quali doti particolari deve avere un pilota di sidecar?
Di base il sidecar si pilota come una moto, perché la posizione bene o male è quella. Però devi guidare rendendoti conto di avere un passeggero al tuo fianco. In moto entri deciso e dai gas, mentre nel sidecar devi dare il tempo al passeggero di rientrare sulle curve, se no rischi di perderlo.
A proposito del passeggero, quale è il suo ruolo?
Il passeggero è fondamentale, perché spostandosi bilancia il mezzo sulle curve, sulle accelerate e sulle frenate.
Hai cambiato molto piloti, dicevi?
Sì. Adesso c’è Simone Vigna, con cui non ho cominciato da molto. La scorsa è stata una stagione in un certo senso di rodaggio, ma ora sta prendendo confidenza con il suo ruolo. E la stagione che viene lo dobbiamo vincere, questo campionato…
Come funziona la dinamica fra pilota e passeggero?
Fondamentalmente, il passeggero deve ascoltare quello che gli dice il pilota e farlo. Mi era capitato di avere un pilota che diceva di ascoltarmi, ma poi faceva di testa sua. Ecco, l’ho dovuto mandare a quel paese…
Il tuo è un mezzo che attira molto l’attenzione, durante raduni e competizioni?
Sì, quando lo porto in giro tutti mi girano intorno e mi fanno domande. È stato bello quando, durante alcune manifestazioni, ci davano il tempo di fare il servizio di “sidecar taxi” durante la pausa, per cui facevamo fare un giro da passeggero a chi voleva provare.
È difficile trovare competizioni in cui gareggiare?
Purtroppo sì, in Italia sono molto poche… in pratica è rimasto solo il CIVS, perché l’FMI non organizza nulla in pista da anni. In Francia ce ne sarebbero, ma poi quando vedono uno che viene dall’Italia storcono il naso. E poi la trasferta è impegnativa. Però, chissà…