Come ci si prepara per una corsa di oltre 100km

Marco Mignano, l’ultrarunner sponsorizzato da Escort Advisor, ci ha già abituato a imprese eccezionali, affrontando corse estreme in condizioni avverse e lanciandosi in avventure come quella che lo ha portato a correre per il Cammino dei Cappuccini in soli 9 giorni.

Ma siccome spingere sempre i propri limiti un po’ più in là è parte integrante della filosofia di Marco, l’atleta ha deciso di stupire ulteriormente, mettendo in programma nei mesi a venire altre due corse “ultra”: da un lato l’Olympus Mythical Trail, che lo porterà a correre per 100km con 6400m di dislivello nella cornice mitologica del Monte Olimpo in Grecia; dall’altro la Ultra-X-Jordan, gara di resistenza in cui dovrà affrontare nell’arco di 5 giorni ben 220km nel deserto della Giordania, con un dislivello complessivo di 2500m.

Mettersi in forma per delle sfide di questo tipo non è facile. Per capire come sia possibile spingere il proprio corpo fino al limite, abbiamo fatto qualche domanda sulla preparazione per gare di questo tipo al diretto interessato.

Come ci si prepara dal punto di vista fisico a correre per oltre 100km?

Cerco di fare quello che faccio per le altre gare: tanto volume a bassa intensità, cioè tante corse a ritmi bassi, più o meno tutti i giorni, aggiungendo una corsa lunga nel fine settimana, dalle 6 alle 8 ore, stando sui 130-150km a settimana, con almeno 5-6000 metri di dislivello complessivo.

E dal punto di vista psicologico?

Nel mio caso aiuta il fatto di avere già affrontato altre gare lunghe: avere già portato la mente in zone “complicate” e avere già affrontato certe situazioni mi è di conforto. So però che dovrò spostare ancora più in là questa barriera, per cui è sempre un punto di domanda.

Segui una dieta particolare per sottoporre il tuo corpo a queste fatiche?

La mia dieta è di tipo vegano, cerco di togliere latticini e carne, che tendono a infiammare i muscoli. Questo mi ha aiutato tanto a ridurre i tempi di recupero, per cui riesco ad allenarmi tutti i giorni. Faccio tutte le analisi del caso e sono perfette, non ho carenze di nessun tipo, per cui per me questo regime alimentare è stato una rivelazione. Molti pensano sia sconsigliata, ma è l’opposto, perché riduci gli alimenti che causano infiammazioni.

Durante la gara invece come ti alimenti?

Durante la gara cerco di nutrirmi il più possibile ai ristori, con cose che tendono a riempirmi come pane o pasta, carboidrati insomma. Evito cose che non ho provato prima, porto i miei gel o barrette e ne assumo una ogni mezz’ora-quaranta minuti. Dopodiché si va un po’ a sensazione in base alla fame. Le gare che ho affrontato finora duravano 10-11 ore, queste dureranno un po’ di più, per cui mi adatterò alla situazione.

In situazioni come queste, come si gestiscono stanchezza e sonno?

La stanchezza ho imparato a gestirla nelle altre gare. Quando ci sono momenti di stanca cerco di tirarmi su con un po’ di gel o magari penso a quando arriverò al prossimo ristoro. Cerco di concentrarmi più sul breve termine che sul lungo, perché se pensi a quanto ancora hai davanti, rischi di prenderti male. Per il sonno sarà da scoprire, perché in passato non sono mai partito con delle carenze, mentre in Grecia la gara prenderà il via a mezzanotte e andrà avanti una ventina d’ore, quindi la notte la farò in bianco. Ho dietro i gel alla caffeina, che spero mi aiutino.

Che particolarità ha la Olympus Trail e che difficoltà presenta?

Quella in Grecia è una gara molto di montagna. Adesso tra l’altro sono in giro in Grecia col van, per cui faccio fatica a mantenere la mia tabella di allenamento, perché non è sempre facile capire dove andare a correre per 30 o 40km. Ma per il resto devo dire che sono sereno.

E la Ultra-X-Jordan?

La gara in Giordania è interessante innanzitutto perché è su molti giorni, che è una cosa però che ho già vissuto in prima persona correndo per il Cammino dei Cappuccini, per cui da questo punto di vista sono già preparato. La cosa che mi preoccupa di più è il caldo, per cui dovrò fare ad agosto e settembre allenamenti sotto al sole, nelle ore più torride, per abituare il corpo.

Dal punto di vista umano cosa ti porti dietro da queste gare?

La cosa più interessante di queste gare è rimanere in contatto con tutti i volontari, che sono delle specie di angeli custodi che se ne stanno sotto gli stand per 20 o 30 ore a rifocillarti e accudirti. E poi mi è anche capitato di legare con dei corridori, come alla Corsa della Bora dove ho corso per 20-30km con un ragazzo che poi è diventato mio amico, anche se a distanza. La situazione di forte stress ti aiuta a formare legami con chi affronta le stesse difficoltà.

Vuoi scoprire come se la caverà Marco Mignano in Grecia e Giordania? Segui le sue avventure sul sito di Sponsorizza Passioni!